Descrizione Opera / Biografia
MEMORIE SOMMERSE, 2024.
Le memorie sommerse narrano di ricordi, di storie intime e invisibili.
La conchiglia che sin dall’antichità è simbolo del grembo materno e che richiama il suono del mare accoglie queste memorie. Esse nascono dall’inconscio per poi riverberarsi nello spazio.
L’installazione nasce infatti con l’intento di collegare il sentire e la percezione del fruitore al proprio inconscio e a chi lo ascolta. Essa si presenta metallica e fredda ma accoglie l’acqua e le perle che nascono dalla sofferenza e dal dolore del mollusco.
Il fruitore, nella forma originaria della scultura, toccando l’acqua (grazie ad un sensore) genera un suono cupo e intimo il quale è stato creato in scala esatonale riprendendo la Cattedrale sommersa di Debussy.
L’opera viene presentata senza la parte sonora, ma mantiene sempre il suo concetto primordiale, mirando a creare un contatto tra l’acqua, la conchiglia e il fruitore che sceglie di tessere un legame con esso e con chi lo circonda.
L’installazione è composta da una parte superiore in acciaio inox che crea il contenitore, il quale accoglie l’acqua e le perle. La parte interna è stata lavorata con il cannello per creare alcune macchie di colori primari affinchè rievocassero ancor di più la superficie di una conchiglia.
La parte superiore è sostenuta da tre gambe in ferro smontabili, le quali danno alla figura una parvenza mitica e zoomorfa.
BIO
Noemi Mirata (Catania 1995) dopo essersi laureata all’Accademia di Catania indirizzo Pittura, si trasferisce a Milano per frequentare il biennio in Terapeutica all’Accademia di Brera.
La sua ricerca si sviluppa seguendo un flusso naturale e mira a spingere l’osservatore al di là di ciò che appare.
I lavori organici tra cui l’installazione organica esposta per il progetto PUPI- La nuova storia, Amy-D gallery, MI, il progetto site specific Proliferazione, curato da Co_atto, MI, e la mostra Sistema ibrido in occasione di The Others, TO, indagano le dinamiche tra individuo e mondo vegetale, ponendo al centro dell’attenzione il concetto di trasformazione e di precarietà che appartiene ad ogni essere animato e inanimato. Tematiche inerenti alla precarietà sono state indagate anche attraverso un progetto scultoreo (scultura in vetro massiccio sabbiato) su piante preistoriche estinte, di cui il primo della serie è stato esposto ad Artefici del nostro tempo a Forte Marghera in occasione della 59Biennale di Venezia, invece altro lavoro della stessa serie ha preso parte alla collettiva Sottrazioni presso la galleria Quam (Scicli).
Immersion, libro d’artista (nato dalla collaborazione con Cristina Costanzo sul territorio della valle del Belice) esposto presso Fondazione Orestiadi, è stato un punto di svolta nella ricerca dell’artista poiché ha sottolineato la necessità di ritrovare, quasi in maniera esasperata, un luogo perduto o dimenticato, ritrovando quel DNA memoriale che appartiene ad ogni individuo.
Tra gli ultimi progetti a cui ha partecipato durante il 2023 vi è Proserpere. indicativo presente, per Art city, presso lo spazio indipendente Artierranti, curato da Laura Brambilla e Giorgia Casadei.
Ha preso parte alla SIM residency a Reykjavik, dando vita ad un lavoro fotografico nato da un’importante ricerca sul rituale e sul concetto di morte. Nel 2024 prende parte alla residenza di Via Farini, in cui continua a portare avanti un progetto pittorico e fotografico. Nel marzo espone con una mostra personale presso Studiohomeawarness.