Descrizione Opera / Biografia
DEEP BLUE - Cianotipi di biodiversità artificiale
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Nel 1996 Deep Blue fu il primo computer a sconfiggere l’allora campione mondiale di scacchi Garry Kasparov. Oggi nuove tecnologie intelligenti apprendono mentre processano enormi quantità di dati, imparano a scrivere e a creare immagini. Saranno un domani capaci di elevarsi a vere e proprie forme di vita, instaurando nuove relazioni con l’ecosistema?
In questa partita ogni essere vivente deve adattarsi, sviluppare altre strategie per sopravvivere e collaborare per preservare tutto ciò che è vitale per esistere domani.
Al centro del progetto, un percorso evolutivo dove le macchine imparano a interagire e a convivere con la natura. Queste forme di vita ibrida, figlie della simbiosi perfetta tra biologia e tecnologia, segnano l’inizio di una nuova era per il nostro pianeta.
Deep Blue è la sintesi del mio percorso, dove gli studi biologici si alternano alla sperimentazione artistica. Si tratta di un progetto di natura post-fotografica dove l’analogico e il digitale, proprio come l’organico e l’artificiale, si connettono intimamente: un erbario fantastico ispirato alle micrografie scientifiche e al celebre lavoro della botanica e fotografa Anna Atkins.
Il progetto consiste in una raccolta di 256 cianotipie generate con strumenti di intelligenza artificiale e stampate con l’uso di un’antica tecnica fotografica dell’ottocento. Immagini sintetiche, figlie di meccanismi di calcolo astratti, riscoprono le loro radici fotografiche grazie all’interazione con luce e materia. Illustrazioni fotografiche a cavallo tra scienza e fantasia raccontano l’evoluzione del silicio, alla ricerca di nuove funzioni biologiche e relazioni col mondo fisico. L’immagine emerge così dal regno digitale e acquista nuova vita.
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INFO INSTALLAZIONE
L’installazione si compone di 32 cianotipie analogiche disposte a evocare la forma di un albero filogenetico. Le ramificazioni si sviluppano su due pareti ad angolo e, se possibile, con estensione sul pavimento per un volume totale non superiore a 3x3x3 metri.
Ogni immagine rappresenta un organismo artificiale, parte di una possibile evoluzione post-naturale. Le relazioni tra questi esseri non seguono la struttura lineare e gerarchica dei tradizionali diagrammi filogenetici: al contrario, la loro discendenza è determinata dalla logica interna di un circuito elettronico.
La classica ramificazione ad albero viene così superata per dare vita a una rappresentazione alternativa; il risultato è una costellazione visiva in cui ogni organismo è parte di un sistema interconnesso, dove la macchina si fonde con la biologia e l’immaginazione prende il posto della classificazione scientifica.
Le singole stampe, di formato 26x26 cm, sono allestite in cornici di alluminio con vetro antiriflesso. Le connessioni tra le cornici sono tracciate con del nastro di alluminio rimovibile.
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INFO E METODOLOGIA DI STAMPA
Deep Blue è composto da immagini create con strumenti di intelligenza artificiale, generate a partire da comandi testuali e rielaborate digitalmente con tecniche di fotomontaggio.
Le composizioni finali vengono trasformate in stampe analogiche attraverso un’antica tecnica fotografica a contatto sviluppata nel 1842 da John Herschel.
La stampa avviene mediante una soluzione fotosensibile ai sali di ferro, stesa manualmente su carta. L’immagine viene impressa per esposizione ai raggi UV, utilizzando un negativo digitale. Il procedimento di sviluppo e lavaggio restituisce il caratteristico blu di Prussia, reso ancora più profondo grazie a una variante sperimentale della formula classica.
Tutte le stampe rappresentano specie viventi immaginarie catalogate attraverso un doppio sistema tassonomico: uno di tipo classico d’ispirazione linneana, l’altro di tipo binario a 8 bit. Gli 8 bit di informazione possono assumere 256 valori possibili che rappresentano la quantità di esemplari previsti per il progetto e il numero massimo di sfumature per un’immagine digitale monocromatica.
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BIOGRAFIA
Olmo Amato si laurea in neurobiologia, all’Università La Sapienza di Roma. Parallelamente agli studi universitari, si dedica alla fotografia e alla sperimentazione di tecniche di manipolazione digitale e di stampa. Fotografo e filmmaker, dal 2012 si occupa di stampa fine art, post-produzione e didattica. È docente di fotografia a Roma presso l’Iowa State University e il CSF Adams. Dal 2019 tiene seminari e workshop sulla relazione tra fotografia, percezione visiva e neuroscienze. Dal 2020 è direttore artistico del concorso fotografico Passepartout Photo Prize.
Nei suoi lavori fotografici combina attraverso il fotomontaggio foto d’epoca, scatti originali e materiale generato artificialmente sperimentando la combinazione di tecniche fotografiche analogiche e digitali.