Descrizione Opera / Biografia
“Grovigli” fa parte di una serie di opere che esplorano il rapporto tra uomo e tecnologia digitale e gli effetti che ne derivano.
I miei lavori sono composti totalmente da materiali di scarto, per lo più cavi elettrici e coassiali, che io stesso recupero in discariche o nei centri di raccolta ecologica della mia città.
Vecchi cavi, in precedenza conduttori e artefici di connessione tra esseri umani, rielaborati si intrecciano, simulano forme organiche, ricordano filamenti miologici o sistemi circolatori.
Le mie opere criticano il processo produttivo dissennato, l’obsolescenza programmata degli oggetti e la società consumistica contemporanea, colpevoli di scarsa coscienza ecologica.
Il sempre più crescente sviluppo tecnologico migliora certamente tanti aspetti delle nostre vite, tuttavia ha anche conseguenze preoccupanti.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stimato che ogni anno nel mondo vengono prodotti circa 60 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, la maggior parte dei quali finisce in enormi discariche abusive, presenti soprattutto nei Paesi sottosviluppati.
Qualche anno fa, un documentario sulla discarica di rifiuti elettronici di Agbogbloshie in Ghana, la più grande del mondo, catturò la mia attenzione.
Montagne di cavi elettrici, fumi neri soffocanti, scenari infernali e bambini rassegnati che bruciavano fili elettrici rivestiti di plastica per recuperare rame e altri metalli.
Ecco il mio lavoro nasce proprio da queste immagini sconvolgenti per poi convergere verso un nuovo linguaggio cablato, interconnesso, che invita all’introspezione.
Dunque i miei grovigli parlano di dolore e indifferenza, di bene e male, di perdizione e redenzione, estremi lembi di sopravvivenza che si toccano, si innescano.
Intrecci inestricabili, labirinti complicati, nei quali è facile smarrirsi, tuttavia con un forte desiderio di districarli in qualche modo.
In questo caos, tra fragilità esistenziale e bulimia vitale, cerco quindi di connettermi ai miei simili, alla natura, al costante precipizio su cui operare meccanismi di equilibrio.
Essere connessi oggi è tanto importante quanto esserne consapevoli.
Minoliti Salvatore ha conseguito una laurea in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Vive e opera tra Milano e la sua città natale.
Ha partecipato a numerose Mostre Personali e Collettive; l’ultima sua Mostra “Tre Sale Cablate” curata da Angela Pellicanò era visitabile a maggio-giugno del 2024, al Palazzo della Cultura P. Crupi di Reggio Calabria.
Minimalismo digitale, concetto, forma e grande attenzione al processo. Questa è la pratica che caratterizza il suo lavoro, orientato a riflettere sul rapporto tra tecnologia digitale e uomo e gli effetti che ne derivano.