OPERA IN CONCORSO | Sezione Grafica/Disegno

 | Arcipelago dell’Assurdo, 2025

Arcipelago dell’Assurdo, 2025
combine di disegni a pastello e fotografie digitali rielaborati con photoshop. stampa fine-art su carta cotone, “hahnemuhle t. 190 gr.
cm.50x40, bordi cm.5 x lato

Silvia Abbiezzi

nato/a a Milano
residenza di lavoro/studio: Milano (MI), ITALIA


iscritto/a dal 30 apr 2025

http://www.abbiezzisilvia.it


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Descrizione Opera / Biografia


Sospesa tra sogno e realtà, l’opera presenta un’isola fluttuante nel cielo, un conglomerato di forme organiche e animali che si fondono in un equilibrio precario, sfidando la logica gravitazionale e narrativa. La roccia-essere emerge come un’aggregazione di memorie e visioni, una geografia dell’assurdo in cui la realtà si sgretola e si ricompone secondo una nuova logica interiore.
Su questa terra impossibile, un coccodrillo – simbolo di istinto primordiale – diventa il terreno instabile su cui camminano bovini ignari, metafora del ciclo naturale della vita. Un occhio, incastonato in una conchiglia, affiora tra stratificazioni organiche, evocando il rapporto tra sguardo interiore e trasformazione. Una chiocciola, con le antenne direttamente sul guscio, si aggrappa all’orlo di questo universo, simbolo del tempo ciclico e della precarietà dell’esistenza. Un uovo spinoso ribalta l’idea stessa di protezione e nascita, suggerendo una tensione latente tra origine e minaccia.
L’assemblaggio digitale, realizzato a partire da fotografie e disegni, rielabora il linguaggio del collage in chiave tecnologica, proiettando il surrealismo storico in una dimensione contemporanea. L’opera richiama l’immaginario di Dalì, Bosch e Magritte, fondendo archetipi e suggestioni moderne in un’architettura visionaria che sfida la percezione.
Non si tratta di una semplice rappresentazione onirica, ma di una riflessione sull’instabilità dell’esistenza, sul rapporto tra natura e artificio, sulla costruzione della realtà. L’opera non offre risposte, ma suggerisce domande, invitando lo spettatore a perdersi in un paesaggio mentale dove frammenti di esperienze e ricordi si assemblano in nuove, enigmatiche geografie interiori. Un invito a smarrirsi in un territorio dove il reale si deforma, rivelando il sottotesto dell’inconscio.
Note biografiche
Silvia Abbiezzi nasce a Milano, dove vive e lavora. La sua formazione inizia con la pittura su ceramica e prosegue con il diploma di maturità artistica e la laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha esposto in Italia e all’estero, ricevendo premi e riconoscimenti, e le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private, tra cui il MUSINF e il MIUMOR.
La sua ricerca attraversa pittura, fotografia, installazione e grafica, muovendosi tra il figurativo e il concettuale con riferimenti al Ready-made, alla Pop Art e al Surrealismo. L’attenzione alla materia e alla contaminazione dei linguaggi emerge nell’uso di tecniche e materiali non convenzionali, dall’assemblaggio di oggetti di recupero all’integrazione tra pittura e fotografia, fino alla sperimentazione con la grafica digitale.
Negli ultimi anni, il suo lavoro ha assunto una forte componente illustrativa e simbolica, in cui il collage digitale diventa uno strumento per creare scenari onirici e provocatori. Fotografie, disegni e frammenti visivi si fondono in microcosmi surreali, dove il reale si deforma e si ricompone in nuove logiche visive. Il suo approccio al surrealismo è filtrato da una sensibilità contemporanea, dove l’ibridazione tra linguaggi tradizionali e digitali apre nuove possibilità narrative.
Nell’opera ”Arcipelago dell’Assurdo”, questa poetica trova piena espressione: un paesaggio mentale che sfida la percezione, un gioco tra equilibrio e precarietà, tra istinto e artificio. La grafica digitale non è solo un mezzo, ma diventa il linguaggio per esplorare una realtà in continua mutazione, dove frammenti di memoria e visione si assemblano in un dialogo tra inconscio e costruzione immaginifica.
Poetica
L’arte per me artistica è un processo di trasformazione e contaminazione. Il mio percorso è nato nella pittura, si è nutrito di fotografia, installazione e materiali non convenzionali, per poi evolversi nella grafica digitale, che oggi sento come una naturale estensione del mio linguaggio visivo.
Attraverso il mio lavoro cerco di creare universi paralleli, dove il reale si smembra e si ricompone in nuove logiche visive. Sono attratta dalla possibilità di mescolare frammenti di memoria, immagini iconiche e oggetti quotidiani in composizioni ibride, che oscillano tra il riconoscibile e il perturbante. Il mio immaginario si nutre del Surrealismo, della frammentazione della Pop Art e dell’idea di ready-made, ma sempre con un approccio che pone al centro la sperimentazione.
Negli ultimi anni, ho integrato sempre più la grafica digitale, non come semplice strumento, ma come mezzo per esplorare nuove dimensioni espressive. Il collage digitale mi permette di costruire microcosmi simbolici, dove gli elementi si fondono in equilibri precari, sfidando la logica narrativa. Amo il paradosso visivo, il gioco tra leggerezza e inquietudine, tra ironia e introspezione.
L’opera ”Arcipelago dell’Assurdo” nasce da questa ricerca: un paesaggio mentale in cui la realtà si sgretola e si riassembla in nuove forme. È un invito a perdersi, a ridefinire lo sguardo, a lasciarsi attraversare dal dubbio.