Premio Combat Prize

Alessandro Colombo - Premio Combat Prize

OPERA IN CONCORSO | Sezione Fotografia

 | ”Upon them hath the light shined”

”Upon them hath the light shined”
ripresa analogica, dibond e cornice
105 x 70 cm.

Alessandro Colombo

nato/a a Busto Arsizio
residenza di lavoro/studio: San Vittore Olona, ITALIA


iscritto/a dal 15 apr 2016

http://alessandrocolombo.eu


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Altre opere

 | ”Upon them hath the light shined” 1

”Upon them hath the light shined” 1
ripresa analogica, dibond e cornice
105 x 70 cm.

 | ”Upon them hath the light shined” 2

”Upon them hath the light shined” 2
ripresa analogica, dibond e cornice
105 x 70 cm.

Descrizione Opera / Biografia


Frequento il mondo dell’arte e della fotografia quasi solo da spettatore.
Però ogni giorno sono a contatto diretto con una incredibile quantità di materiale visivo ai confini con l’arte. E’ la diagnostica per immagini, la base informativa necessaria della mia professione di interventista cardiovascolare.
Le immagini diagnostiche – ecografiche e radiologiche – del sistema cardiocircolatorio hanno raggiunto oggi un livello tale di definizione, di astrazione e di impatto emotivo da poter essere viste anche come forme d’arte.
Posso dire che la bellezza mi è venuta a cercare dentro il mio lavoro quotidiano.
L’ispirazione suscitata dalla bellezza del corpo visto da dentro ha proiettato il mio sguardo fuori, a tutta la realtà, e mi sono travato a ricercare, comunicare e riflettere sul mistero trascendente sotteso alla realtà stessa.
Ho esposto:
• nel dicembre 2009 alla Galleria Spazio Tadini di Milano
• nell’aprile 2015 alla Milan Image Art Fair (MIA)
• a novembre/dicembre 2015 al Galata Museo del Mare di Genova.
Presentazione dell’opera – “Upon them hath the light shined”
Per secoli e secoli, tutte le civiltà hanno saputo sviluppare la capacità di rappresentazione della realtà – in primis della persona umana – quale segno permanente di contemplazione o di adorazione: la dimensione artistica.
E l’arte si è sempre concepita all’interno di canoni di verismo/naturalismo.
Da un secolo nella nostra civiltà occidentale si è sviluppata – fino a diventare preponderante – una rappresentazione della realtà separata dalla sua forma esteriore: l’astratto, l’informale.
Nelle sue forme più alte, l’arte astratta risulta stranamente comprensibile, colpisce e fa meditare come e più dell’arte naturalistica.
Tutto ciò è sorprendente. Perché accade?
Perché l’arte parla all’anima e alla ragione, la nostra parte trascendente, non derivata da meccanicismi biologici, ma personale e irripetibile.
Tutti noi abbiamo bisogno di nutrimento per l’anima e per la ragione, ne abbiamo un bisogno insaziabile. E una delle forme primarie di questo nutrimento è l’arte.
L’arte astratta porta direttamente, direi senza compromessi, a considerare che la realtà materiale ha un presupposto immateriale, ha una sostanza trascendente.
Ha una sostanza trascendente perché è creata da una energia insieme razionale e creativa al massimo grado.
L’opera che presento è una riflessione su un monumento che ha attirato l’attenzione di moltissimi nei mesi scorsi: l’Albero della Vita di Expo 2015, un’opera destinata ad entrare nell’immaginario storico collettivo del nostro Paese.
L’oggetto è volutamente dematerializzato così da suscitare un momento di contemplazione, sospensione, meditazione sulle performance dell’Albero durante l’Expo.
Performance che erano sintesi di colore, forma e movimento, macchina pulsante con valenza quasi cosmica, forte richiamo all’assoluto sullo sfondo del nero assoluto della notte.
Alessandro Colombo