Sticazzi
alluminio + metallizzazione su legno con colori acrilici, legno/alluminio
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Uomini da bancale
alluminio + metallizzazione su legno con colori acrilici, legno/alluminio
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Gli ”appendiabiti” REVOLVER vogliono essere uno stimolo a reagire, sempre positivamente, per cercare di non ”prenderlo sempre in quel posto”....
Un nome forte, REVOLVER, ma goliardico, come goliardici sono appunto gli ”appendiabiti”, per studiare comunque reazioni, positivie appunto, ma reazioni, in un mondo che vede l’Uomo troppo succube e messo su un bancale come fosse merce.
Biografia
Sono un artista dal percorso atipico, che per quelli che vedono nell’arte la strada maestra seguita dal sentire e dal pensare alternativi allo ”status quo”, è semplicemente il percorso più tipico che un artista possa seguire, soprattutto se poi, come me, si predilige l’arte concettuale e si considera il mezzo espressivo utilizzato prevalentemente un mezzo, non un fine. Anche volendo provarci, troverei estremamente difficile esprimere la complessità del mondo contemporaneo e le sue appunto complesse problematiche, senza attingere a qualunque elemento possa trovare sul mio percorso, nessuno escluso, badando al fine e non al mezzo.
Ho un background tecnico-imprenditoriale. Poetica e un po’ d’etica me li ritrovo dalla nascita, così come creatività e creattività: tutta roba che non aiuta molto a vivere in questa società e così sono sceso in strada, o meglio, dal suo mezzo in cui mi son ritrovato, ho cercato nella mia cartina il percorso per l’arte e l’ho imboccato, visto che credo sia l’unica strada che porti al vero progresso, ed io ho sempre avuto fede nell’Uomo e nel progresso, che è a sua volta l’unica arma tangibile che ha appunto l’uomo per capire qualcosa in più del mistero che lo avvolge. Sarà un percorso molto lungo, se avrò pane, scarpe e cuore per poterlo fare, molte opere da installare, nel mondo reale o in quello virtuale, l’importante è che possano far riflettere, non nel senso che va molto di moda però, fatto di molte “riflessioni a specchio”, con la ”cam” dell’iPhone come ispiratore, per mancanza probabilmente di un sentire personale, o forse per troppa agiatezza, quella che porta all’arte perchè magari non si sapeva dov’altro andare, come fosse un week-end lungo una vita da passare al mare, mentre una fetta sempre più grossa della società rimane tutta la vita reclusa in città. No, non a questo tipo di riflessioni miro, bensì a quel tipo di riflessioni che portano a voler provare a incidere, provare a cambiare qualcosa, come credo l’arte, che è guardia della società così come le forze dell’ordine sono guardia dell’ordine costituito, dovrebbe fare.
ale@arsenale.gallery