I QUATTRO ELEMENTI
Aria, Acqua, Fuoco, Terra: Il Chiesi si inoltra con il suo operare pittorico in questi elementi vitali, ed eccolo racchiuderli in ambientazioni simili a contenute vetrine, che ci mostrano un attimo visivo policromo, che si fa riflessione verso la malia di questi soggetti scelti.
Le colorazioni usate sono unite dal passare di riflessi a una materecità fortemente marcata, in un alternarsi incisivo costante nei toni scelti, che si aprono verso chi osserva.
Una volta entrati in questo alternarsi di superfici multicolori e con un fare plastico simile a una materia primigenia, possiamo avvertirne tutti i più minimi e sensibili momenti di carattere dati loro dal pittore, e condividerne il loro divenire. Quell’uomo che tracciò di colore la volta e le pareti della sua caverna, e le sue dita erano piene di colore, non sapeva di aprire un mondo creativo, che sviluppandosi nei secoli è ancora nostro, come forse la sua domanda: Chi sono e dove sono.
L’Arte è un veicolo verso tante domande, per dare originali risposte.
Il nostro pittore tenta risposte dentro questo suo concerto di immagini portandosi dentro questi quattro elementi primari, e rischiando tutto ciò che il colore ti può far rischiare, vi entra dentro senza timore e credendo in questa sua ricerca di – forma/tematica –, fortemente.
Il momento di dedicare un’osservazione attenta a queste opere di Chiesi, ci porta ad un concetto che L’ Arte come la madre Terra germoglia, ci ospita, ci critica, ci premia, e va oltre sempre. Il suo speciale germogliare è fatto di sentimento umano e di speciali filosofie dentro di noi, andiamo incontro a quanto citato e scopriremo la parte più nascosta di noi stessi, quella dove risiede l’ Arte o del farla o del capirla.
Possiamo ancora essere puri come certi aborigeni, che sapevano trovare il dialogo con tutti gli elementi della natura e il loro divenire immagini da fermare per chi sarebbe venuto dopo di loro. Questa serie di momenti pittorici contiene la purezza citata.
16 Febbraio 2016 Umberto Falchini
MIGRAZIONE
Una strada di parti di vesti dai colori consunti lasciati sul selciato, da migranti dispersi sulla terra ingrata per questi umani.
16 Febbraio 2016 Umberto Falchini
Biografia
Chiesi Biagio nato a Tripoli Libia il 18 marzo 1954 ma Livornese di adozione. Fin da piccolo ho avuto la passione per il disegno e il colore. Approdo a Livorno nel 1970 e subito dopo scopro i colori ad olio, pur lavorando facendo tutt’altro un altro lavoro inizio i primi passi pittorici seguendo i canoni della tradizione labronica. Nel 1976 ho la fortuna di conoscere l’indimenticabile maestro Masaniello Luschi “fondamentale per la mia formazione pittorica”. Dopo alcuni anni di gavetta come pittore della costa labronica e da tanti viaggi fatti sia in Italia che all’estero soprattutto in Francia, sono riuscito a distinguermi trovando la mia fisionomia dipingendo sempre in “plein aire” devo sentire quelle sensazioni l’atmosfera la luce che c’è in quel momento per riuscire trasmettere agli altri ciò che provo e che sento in quel momento è tutto questo e meraviglioso. Per un anno ho frequentato la libera accademia del nudo alla scuola di Carrara e continuo a studiare il corpo umano presso una scuola libera del nudo a Pietrasanta. Dopo un periodo lungo di attività figurativa ho sentito la necessità di mettere da parte tutti gli stracci che adoperavo per pulire i miei pennelli e gli avanzi della mia tavolozza per poi riuscire ad esprimermi in un’altra forma tutta mia, sempre con coerenza e fedele con i miei colori. Tutto questo accade a Giugno del 2014.