Descrizione Opera / Biografia
Dipingere con la fotografia: la mia ispirazione di base parte dal “colore”.
La mia ricerca si avvale dell’utilizzo di una particolare tecnica fotografica unita ad una notevole dose di improvvisazione.
Altro ingrediente non trascurabile è “il caso” a cui affido grande rilievo; dal “caso” deriva quella dose di “stupore” nel risultato finale che l’artista deve riuscire a trasmettere a chi contempla l’opera completata.
“Dipingere con la fotografia” perché attraverso lo scatto con tempi molto lunghi e con la macchina in movimento i colori degli oggetti solidi perdono la loro consistenza, si dilatano, si liquefanno, si fondono tra loro, assumono sfumature spesso impreviste!
La realtà o più semplicemente l’oggetto concreto preso in considerazione si trasforma, perde le proprie caratteristiche fisiche, rimanendo talvolta soltanto una lontana traccia difficilmente decifrabile.
Alla prima fase più propriamente artistica ne segue un’altra ragionata (ma il ragionamento trova sempre la propria radice nel cuore): la scelta degli scatti, il loro accostamento in composizioni varie (collage, sovrapposizione o la semplice presentazione del singolo scatto).
Le dimensioni delle opere vogliono contribuire alla realizzazione dell’intento finale: l’immersione totale di chi guarda l’opera nei suoi colori e nelle sue geometrie.
Nelle quattro opere scelte, tutte nuovissime e create appositamente per la partecipazione a questo concorso artistico, l’intento è quello di evidenziare il progressivo sfaldarsi dell’immagine (dipendente dalla velocità di movimento dello strumento fotografico al momento dello scatto e dalle diversità di apertura del diaframma) dal concreto alla pura astrazione.
In “Superficie primaverile n. 1” l’immagine del fiore ed i suoi colori è ancora ben decifrabile, nonostante la presenza di qualche fumo evanescente; in “Superficie primaverile n. 2”, il veloce movimento impresso alla macchina fotografica determina una vera e propria “esplosione” del mazzo di fiori che viene ad assumere caratteristiche pittoriche; con “Superficie primaverile n. 3” entriamo nell’astrazione, l’immagine ravvicinata di una foglia difficilmente è intuibile, emerge invece una trama di verde indistinta; “Superficie primaverile n. 4” diviene invece pura astrazione ed i colori di diversi fiori assumono la consistenza eterea del vapore.
Photoshop è stato usato per la realizzazione di tutte e quattro le opere per realizzare la sovrapposizione di più scatti fotografici in movimento. Ogni singola opera è composta da circa 6-8 scatti fotografici in movimento, sovrapposti a strati liquidi e trasparenti.
Daniele Calvani nasce a Lugagnano Val D’Arda il 10.04.1967 e risiede a Massa, Via Puliche, 69. Da sempre appassionato d’arte si è dedicato per anni, seguendo svariati corsi in Italia, alla pittura iconografica.
Dal 2005 si è avvicinato alla fotografia e solo dal 2014 ha approfondito la tecnica dello scatto con la macchina fotografica in movimento.
Una tecnica che permettere di giocare ed improvvisare con la massima libertà con il colore e ricorrere, come spiegato, a quella sovrapposizioni di immagini fotografiche – si legga sovrapposizione di strati di colore - verso la creazione dell’opera finale, tipica del lavoro pittorico (in particolare di quello iconografico).
Già finalista del Premio della rivista “Arte” 2015 e protagonista della mostra tenutasi al Palazzo della Permanente di Milano nell’autunno dell’anno scorso, Daniele Calvani, lavora attualmente con diverse Gallerie D’Arte (sempre a Milano nel marzo di quest’anno si è tenuta la sua prima personale presso la Galleria D’Arte “Statuto 13” intitolata “Contest”). I primi di Giugno esporrà con la Galleria “Palma Arte” di Piacenza a AAF di Hampstead Park a Londra.
