Descrizione Opera / Biografia
DESCRIZIONE DELL’OPERA
L’opera fa parte di una serie di dipinti-epitaffi, sintesi scarna di vite vissute che costituiscono un campionario dantesco di figure umane, viste attraverso la dimensione metafisica.
Un volto antico, lacero e grottesco, che scopre brandelli di anima senza alcun pudore né difesa, è immerso in un silenzio figurale e atemporale; in uno spazio apparentemente chiuso e indefinito, osserva e si lascia osservare, ascolta e si lascia ascoltare fino ad avvertirne il più lieve sospiro, finanche sentirne l’odore! E’ un’intimità surreale, utile alla ricerca di un sentimento raro e inatteso: il sublime che nasce dalla vertigine dell’ignoto, dall’indicibile, dall’inimmaginabile, in altre parole dal mistero della morte che rivela l’essenza della vita.
NOTA BIOGRAFICA
Laureatosi in Architettura Gianni Morini inizia la propria attività professionale a Firenze nel 2001 e prosegue a Prato nel 2012.
I contesti fortemente storicizzati dove vive, studia e svolge gran parte del suo lavoro, lo inducono a sviluppare una particolare sensibilità alla sintassi iconografica del linguaggio artistico proprio della tradizione classica e tardorinascimentale. Non a caso nella sua consueta attività di architetto e di artista persegue un approccio “confidenziale” con la Storia, vista come materia fertile di figurazioni compositive. La sua intimistica ricerca espressiva si traduce così in propositiva concentrazione sui temi dell’Ars Combinatoria e della Concinnitas, per riflettere sul senso della vita nelle forme dell’arte. Un esercizio della memoria, che, in un’ottica compositiva, reinventa la realtà attraverso l’immaginazione, la figurazione e la manipolazione semiotica fra antico e contemporaneo.
La sua è una formazione da autodidatta concentrata sulla tecnica dell’acquerello, a lui più congeniale se si esclude il disegno che in realtà è più uno strumento di lavoro, sviluppando effetti materici e cromatici inconsueti e personali.