Premio Combat Prize

Giulio Saverio Rossi - Premio Combat Prize

OPERA IN CONCORSO | Sezione Pittura

 | Tentativo N° 1,2,3 di dipingere quello che vedo con gli occhi chiusi

Tentativo N° 1,2,3 di dipingere quello che vedo con gli occhi chiusi
olio, trittico su tela
70 x 50 cm (complessiva 70 x 150 cm)

Giulio Saverio Rossi

nato/a a Massa
residenza di lavoro/studio: Torino, ITALIA


iscritto/a dal 16 apr 2016


Under 35


visualizzazioni: 2982

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120 x 160 cm

Descrizione Opera / Biografia


Descrizione opera/
L’opera consiste nel tentativo di raggiungere un grigio tramite una stratificazione sulla tela dei tre colori primari. Ogni elemento del trittico presenta un ordine variato nella stesura dei colori, di modo tale che ognuno di questi venga a trovarsi una sola volta in ognuna delle tre stesure: di base, mediana e superiore. Generando la combinazione: G+B+R / R+G+B / B+R+G (nella stessa sequenza in cui appaiono nella foto). Nello stesso tempo le tre stesure differiscono nell’uso del medium: nella prima stesura il colore copre omogeneamente tutta la superficie della tela senza alcuna diluizione, nello strato mediano il colore viene mestato con l’olio di lino e, nell’ultima stesura è diluito in parti eguali con lo standolio (un olio particolarmente grasso). Ogni pigmento differisce però, nelle sue qualità elastiche dall’altro, così il grigio d’insieme cambia notevolmente da una tela all’altra a seconda della sua lavorazione.
Il titolo allude al tentativo di ricreare su tela il monocromo che noi tutti possiamo vedere quando chiudiamo gli occhi, che, sebbene assomigli ad un nero o un grigio, non è mai piatto ma denso di cangiamenti, e allude al contempo all’opera di De Dominicis, in cui il tentativo si caratterizza come sogno dell’uomo di compiere un gesto che lo sorpassa, così come la pittura che rappresenta in questo caso visibilmente, ciò che non si può mai focalizzare.
Bio/
Giulio Rossi vive e lavora a Torino. Si è formato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2013 approfondisce l’interesse per l’incisione e la stampa d’arte alla scuola di grafica il Bisonte, Firenze. É attualmente iscritto al Biennio Specialistico dell’Accademia Albertina di Torino.
Nel 2016 ha presentato il progetto Monumento in Quattro Movimenti negli spazi della Galleria Frittelli di Firenze con la collaborazione dell’attrice Marion d’Amburgo, e il progetto Lingua Ignota a cura di Alessandra Franetovich per lo spazio Locale Due di Bologna, assieme all’artista Vadim Zakharov.
Nel 2015 ha partecipato al progetto di residenze del Museo Pino Pascali a Polignano a Mare e al progetto TU 35 del Centro Pecci. Nello stesso anno il suo progetto Dispositivo per Piccole Favole è stato in mostra nel Nuovo Spazio di Casso di Dolomiti Contemporanee nella selezione delle opere finaliste per il premio Two Calls. Nel 2014 è stato artista e progettista per Dispositivi Inattuali, opera-progetto da cui è nato il bando di residenze curato da Pietro Gaglianò e Julia Draganovic per il territorio della provincia di Massa-Carrara, nel 2012 ha collaborato con Gianni Emilio Simonetti per Fluxus Dinner, Fondazione Prada, Cà Corner della Regina (Ars Multiplicata curata da Germano Celant), nel 2008 l’esposizione al Castello di Rivoli Real Presence a cura di Dobrilla Denegri.