Descrizione Opera / Biografia
Gloria Geraci è nata a Livorno dove risiede e lavora.
Si è diplomata al Liceo Artistico Statale di Lucca. Ha studiato al Corso di Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Ha esposto con successo in mostre personali e collettive.
La selezione di opere pittoriche di Gloria Geraci costituisce un invito ad approfondire le potenzialità della rappresentazione in termini di recupero della memoria, come anche di indagine della genesi artistica, mettendo a fuoco quelle procedure immaginative sostanziate di affettività presenti nel momento creativo. Quest’ultimo può essere attivato dall’interruzione o dall’intensificazione della percezione ordinaria come avviene in questa pittura tendenzialmente “dal vero”. L’arte della Geraci prende dunque le mosse dal dato sensoriale, accolto e riprodotto amorevolmente, talvolta rielaborato in studio, cui si affida la trasmissione di vissuti intimi, dei momenti incantati in cui il ricordo si perpetua in immagini durevoli in grado di attivare il rispecchiamento da parte dei fruitori, i quali vi possono riconoscere parti di loro stessi.
Così il ritratto del gatto Romeo, adagiato nel grembo della stessa autrice, evoca il peculiare attaccamento con un “altro” non umano con cui si intrattiene una corrispondenza di sensi e di affetti connotata da una lieve impersonalità e giocata – come sottolinea il taglio dell’immagine che esclude le parti superiori del corpo umano – ad un livello istintuale e archetipico. Un animale totem la cui “nigredo” junghianamente riconduce alla trasformazione alchemica, analogica del raffinamento sottile che la creazione artistica presuppone rispetto al piano fenomenico. Vi è qui il seno che accoglie e nutre, il crogiuolo, il magma da cui emergerà l’opera matura, fondata sulla vita emozionale e affettiva.
Le tre opere collegate amplificano la tematica, proponendone variazioni e modulazioni. Il ritratto della coppia genitoriale mette in scena un’antica e patinata immagine, illuminata e rinfrescata nell’attodel ricordare che la attualizza e la fa rivivere.
La natura morta “Angolo di studio” ritrae gli strumenti del mestiere -pennelli e colori- con un vezzo quasi metapittorico, confermando l’intento di condividere le meccaniche della produzione artistica, normalmente lasciate nell’ombra, dietro le quinte.
Infine l’opera “Artista di strada”, liberamente ispirata al Davide di Caravaggio, ci mostra l’’artefice” – musicista, poeta o pittore – nell’atto di esternare la sua “canzone”. Gli occhi del guitto sono aperti, ma lo sguardo è chiaramente rivolto all’interno, intento a scrutare la sua anima da cui trae l’ispirazione.
La scelta proposta riassume, accostando opere anche diverse tra loro, una parte del percorso evolutivo estetico e personale dell’artista, condensando e completando aspetti della sua poetica e additando ulteriori sviluppi creativi.
Anna Rocchi