Descrizione Opera / Biografia
Da sempre attratta dalla pittura di Giotto, la sua assenza di prospettiva e la rigidità delle figure, elementi che sono visti dall’artista come caratteristiche stilistiche estremamente attuali e contemporanee.
Forte l’utilizzo di tecniche miste, che lasciano ampio spazio e visibilità a pastelli e matite, facendo sempre vedere la struttura del disegno. Da qui la scelta di utilizzare colori spenti, che non sovrastino la parte prettamente grafica dell’opera.
I soggetti sono rappresentati da donne in interni poveri di elementi, nel mentre di un’azione. In tutte le tavole molto forte è il tema della gravità, la tendenza ad essere bloccati; sempre presente un elemento che tende verso il basso, che schiaccia a terra. Il tema principale è un’intima claustrofobia, l’impossibilità di fuga da sé stessi, l’incapacità di azione e la cecità.
La figura in piedi, il volto coperto dai capelli e il viso leggermente rivolto verso il basso, indica qualcosa che sta al di fuori della tavola rimanendo quindi precluso alla vista di chi osserva.
La tavola cerca di trasmettere un senso di chiusura, claustrofobia, l’impossibilità di raggiungere la soluzione, pur tuttavia evidenziando che la soluzione esiste e si trova appena al di là della tavola.
Laura Pedizzi, laureata magistrale in Marketing Management, lavora attualmente nel campo della comunicazione. Questa prospettiva, unita agli studi pittorici realizzati presso lo studio del docente dell’Accademia delle Belle Arti LABA Luciano Pea, nonché confronti con varie personalità nel mondo dell’illustrazione editoriale - come Javier Zabala - le ha consentito di approfondire maggiormente le tematiche della comunicazione nel campo delle arti visive, con particolare attenzione al figurativo.
Impegnata principalmente sul tema psicologico e introspettivo, cerca di instaurare un dialogo empatico con lo spettatore.