Premio Combat Prize

Mariangela Bombardieri - Premio Combat Prize

OPERA IN CONCORSO | Sezione Pittura

 | La Danza della Vita

La Danza della Vita
mista (olio -acrilico), tela
100x100

Mariangela Bombardieri

nato/a a Crotone
residenza di lavoro/studio: Catanzaro, ITALIA


iscritto/a dal 06 apr 2016

http://www.mythandtales.com


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L’enigma della Sfinge
mista (olio-acrilico), tela
70x50

Descrizione Opera / Biografia


Mi sono sempre chiesta che cosa osservasse l’occhio strabico del protagonista del “Fu Mattia Pascal”, perché a un certo punto “s’era messo a guardare più che mai altrove, altrove per conto suo”. Probabilmente non lo sapremo mai. So però con assoluta certezza che, nel momento in cui ho visto “La danza della vita umana” di Nicolas Poussin, ho deciso di realizzare questo quadro. L’idea di rappresentare la vita mi ha subito affascinato: è un mistero che resta inafferrabile nonostante i nostri vani sforzi. Ogni simbolo correlato al rinnovamento periodico della natura e alla nascita degli elementi (materiali e spirituali) è riconducibile all’immagine della vita. L’acqua, la fonte, l’uovo, l’albero, la danza e la ruota ne sono le rappresentazioni più importanti. Nella tradizione classica il destino e la lunghezza della vita umana erano personificati dalle Moire o Parche, raffigurate come tre donne in atto di filare: Cloto filava, Lachesi custodiva e Atropo tagliava il filo dell’esistenza. La visione cristiana sostituisce all’immagine ciclica dell’esistenza una concezione teleologica dei processi vitali (umani e cosmici), finalizzandoli alla salvezza o alla dannazione eterna. Il motivo della “danza della vita”- correlato alla concezione circolare del tempo cosmico, scandito dal perpetuo alternarsi delle stagioni – ricorre frequentemente nell’iconografia occidentale dall’antichità ai giorni nostri. Ne sono esempi la danza delle fanciulle dell’Ara Pacis a Roma, la danza dei contadini di Pieter Bruegel il Vecchio, Le Grazie, Venere e Marte di Canova, “la danse” di Matisse. Il ritmo eterno, senza inizio né fine, che contraddistingue i processi vitali nella simbologia antica e classica, verrà ribaltato nell’immagine della danza macabra medievale. Al centro della composizione vi è un fanciullo intento a realizzare bolle di sapone che si infrangono davanti ai suoi occhi dopo pochi istanti (“Homo bulla”: “l’uomo è come una bolla”). L’accostamento tra la vita umana e le bolle di sapone (fragili e dell’esistenza brevissima) risale all’autore latino Marco Terenzio Varrone. In secondo piano si collocano un toro accasciato e una cornucopia che rappresentano l’alternarsi di situazioni di miseria (il Toro è Wall Street Bull, prostrato in conseguenza delle crisi finanziarie) e di abbondanza. Sullo sfondo danzano le quattro Stagioni. Resta l’enigma sul senso dell’esistenza, che neppure Edipo sarebbe in grado di risolvere, seppure in molti si siano cimentati nella sua soluzione. Per William Shakespeare:
“La vita non è altro che un’ombra vagante:
un povero attore
che si pavoneggia
e si agita per la sua ora
sul palcoscenico,
e poi tace;
è un racconto recitato
da un idiota
gonfio di suono e di furia
che non significa nulla”.
Di chi sia la colpa di tutto ciò, è difficile dire. Forse ha ragione Pirandello quando fa dire al protagonista del suo romanzo più famoso che la colpa è tutta di Copernico, che “ha rovinato l’umanità, irrimediabilmente. Ormai noi tutti ci siamo a poco a poco adattati alla nuova concezione dell’infinita nostra piccolezza, a considerarci anzi men che niente nell’Universo, con tutte le nostre belle scoperte e invenzioni; e che valore dunque volete che abbiano le notizie, non dico delle nostre miserie particolari, ma anche delle generali calamità? Storie di vermucci ormai, le nostre.”