Descrizione Opera / Biografia
L’opera con cui ho scelto di aderire al Premio Combat 2016 Prize è un sunto della mia attuale ricerca creativa che parte dalla fotografia di recupero per approdare all’oggetto o meglio alla scultura/installazione. In realtà si tratta di ready-made, rielaborati attraverso una cifra stilistica che via via si consolida e mi contraddistingue sia per l’uso del cucito abbinato alla fotografia, sia per l’uso della garza che riveste gli oggetti. Il comune denominatore è in questo caso la figura simbolica, onnipresente e cardine della donna in quanto Madre. Nonché la ”Sofferenza” che ciò implica nel ricoprire questo ruolo, ineluttabilmente! Ecco perché la garza medica spesso compare nelle mie opere. La garza si prende cura, riveste, protegge, ripara e rinsalda le ferite tenendole insieme come ogni mamma nella vita è chiamata a fare. Ne rimane il ricordo e magari un ”effetto personale” che ne testimonia il passaggio. Come ad esempio una scarpa!
Niente di più vero di un frammento di vita vissuta, anche se filtrato attraverso le vite degli altri.
Oriella Montin
nata a (Lendinara) Rovigo il 7 marzo 1978, vive e lavora a Milano.
Dopo il Liceo Artistico Bruno Munari di Castelmassa (Rovigo) si è diplomata in Pittura presso (NABA), Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
Seguendo un indirizzo concettuale la sua ricerca è in bilico tra linguaggio fotografico e pittorico.
Attratta dal valore simbolico degli oggetti di recupero, l’artista lavora sull’effetto straniante, enigmatico e surreale della rappresentazione.
Negli ultimi anni la sua ricerca è incentrata sul tema della Famiglia e della Maternità, in tutte le sue sfaccettature.
Dal recupero di vecchie fotografie d’epoca, a volte di interi album di famiglia appartenuti ad anonimi, cornici ed oggetti di uso comune, l’artista ricava momenti di vita quotidiana, strappi di realtà sfuggenti che però appartengono per ciclicità al vissuto contemporaneo.
La pratica del “Rammendo” rafforza il valore concettuale dell’opera,
in cui la dimensione della Donna ”chiusa” tra le mura domestiche, nel ruolo di procreatrice e di madre, viene così avvalorato e al tempo stesso messo in discussione.
L’opera, arricchita da una moltitudine di fili e cuciture restituisce una costellazione genealogica di rapporti famigliari e interpersonali.
Scene di vita semplice: il primo figlio, i nonni coi nipotini, la mamma che abbraccia il figlio, il padre che fa fare i primi passi al figlio, il primo giorno di scuola, la prima volta al mare, i compleanni, i momenti salienti della vita di ciascuno. ,ecc.
Il tutto è articolato dall’artista con precisione ed in maniera armonica ma assolutamente immaginaria.
A ciò va aggiunta la forza di un linguaggio, in buona parte autobiografico,
teso a scandagliare in profondità l’essenza della condizione umana.
Ha esposto in diverse personali e collettive, tra le più recenti:
Set Up 2016 Bologna Autostazione; Art Verona 2015; Bocconi Amari, a pink Art Food Show, MAM Gazoldo degli Ippoliti (Mantova 2015);
Finalist Sixth Edition Premio Combat 2015 Prize Livorno; Mantegna Cercasi, Group Show Finalist artists (Mantova 2014); N.I.P. New Ideal Photography Part # 2, Group Show, Sabrina Raffaghello Contemporary Art (Milano 2014); Italian Contemporary Art vs Design, Centro Steccata Gallery ( Milano 2014); Rammendo - Mending, Solo Show, VV8 Contemporary Art (Reggio Emilia 2013) ;
Donna 2.0 Le cattive ragazze non vogliono il paradiso, Group Show, Arena Art Gallery (Milano 2013);
Memorie, Group Show, Whitelabs (Milano 2013); Modern and Contemporary Art Fair of Verona, VV8 Contemporary Art (Verona 2012); Piccole donne crescono, Group Show, Sabrina Raffaghello Contemporary Art (Alessandria 2012); Alessandria Biennal Arts Festival Contemporary video and art photography, (Alessandria 2011); Sguardi al femminile, Villa Pomini-Castellanza (Varese 2010); ALT-ilcorpoèmio, Spazio Quintocortile (Milano 2008); Due racconti, Renzo Cortina Gallery (Milano 2008); Underworld, e-studio Gallery (Milano 2007); Film Muto, Inga-Pin Gallery (Milano 2005).