Descrizione Opera / Biografia
Descrizione opera/
L’opera ripropone la visione satellitare di un paesaggio. L’immagine di partenza registrata navigando su Google Earth, era stata fotografata, per errore del satellite, con due differenti sensori visivi: colori naturali quello a sinistra, falsi colori quello a destra. Con “falsi colori” s’intende quella traduzione all’interno del nostro spettro visivo di tutto ciò che noi non possiamo vedere, come la visione all’infrarosso o l’ultravioletto. In entrambi i sensori si tratta di una riconversione da parte del satellite, ma solo alla porzione di terreno in cui il satellite ha applicato i falsi colori riconosciamo immediatamente una falsità dell’immagine.
L’immagine di Google Earth, strutturata sulla sintesi R+G+B dello schermo, viene riconvertita nella sintesi dei colori primari della pittura, mantenendo la processualità della stratificazione in tre strati separati e puri di colore, si arriva ad una graduale perdita di definizione dovuta all’imitazione della scomposizione cromatica dell’immagine digitale.
Il titolo dell’opera All this will be recollected in sixteen days allude al tempo in cui un satellite può rimappare tutta la terra, rimuovendo così i propri stessi errori, ma paradossalmente ricreandone sempre di nuovi. La pittura interviene all’interno di questo lasso temporale, fra lo sbaglio e la sua risoluzione.
Bio/
Giulio Saverio Rossi vive e lavora a Torino. Si è formato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2013 approfondisce l’interesse per l’incisione e la stampa d’arte alla scuola di grafica il Bisonte, Firenze. Si è diplomato al Biennio Specialistico dell’Accademia Albertina di Torino nel 2016.
Nel 2017 ha preso parte al programma di artisti in residenza VIR di Via Farini, e ha partecipato alla mostra Outer Space sugli spazio no profit italiani, nella sezione Viva Arte Viva curata da Treti Galaxie. Ha partecipato alla residenza Mediterranean Landscape, parte del progetto della Biennale dei giovani artisti del Mediterraneo.
Nel 2016 ha partecipato alla prima edizione di Pills presso lo spazio Barriera a Torino e ha presentato il progetto Monumento in Quattro Movimenti negli spazi della Galleria Frittelli di Firenze con la collaborazione dell’attrice Marion d’Amburgo, e il progetto Lingua Ignota a cura di Alessandra Franetovich per lo spazio Locale Due di Bologna, assieme all’artista Vadim Zakharov.
Nel 2015 ha partecipato al progetto di residenze del Museo Pino Pascali a Polignano a Mare e al progetto TU 35 del Centro Pecci. Nello stesso anno il suo progetto Dispositivo per Piccole Favole è stato in mostra nel Nuovo Spazio di Casso di Dolomiti Contemporanee nella selezione delle opere finaliste per il premio Two Calls. Nel 2014 è stato artista e progettista per Dispositivi Inattuali, opera-progetto da cui è nato il bando di residenze curato da Pietro Gaglianò e Julia Draganovic per il territorio della provincia di Massa-Carrara, nel 2012 ha collaborato con Gianni Emilio Simonetti per Fluxus Dinner, Fondazione Prada, Cà Corner della Regina (Ars Multiplicata curata da Germano Celant), nel 2008 l’esposizione al Castello di Rivoli Real Presence a cura di Dobrilla Denegri.