Descrizione Opera / Biografia
”Tutte le cose perdute” è un’opera che si apre a molteplici interpretazioni. Interamente realizzata a mano con polistirene, gesso e cera per il contenuto, e tulle per l’involucro, essa vuole rimandare alla fragilità e all’eterea bellezza di tutti quegli accadimenti della nostra esistenza che si sedimentano dentro di noi senza però lasciare tracce tangibili, trasformandosi così in ipotesi del tempo. Bellezza e inquietudine si fondono perciò in questa ricerca interiore che attende pazientemente ogni piccola traccia di esistenza.
Sono nata in Abruzzo e lì ho vissuto fino a 19 anni, successivamente mi sono trasferita in Toscana per intraprendere la mia carriera artistica. Ho studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove ho frequentato il corso di Pittura e sono stata allieva, tra gli altri, di Gianni Dessì, Robert Pettena e Marco Signorini. Nonostante la mia formazione, amo sperimentare con tutti i materiali e rendere l’atto creativo un punto di incontro di estremi e di remoti. Amo il confronto e per tale motivo partecipo costantemente ad eventi artistici e concorsi (nel biennio 2018/2019 sono stata finalista del Premio Nocivelli, vincitrice del Premio Gutenberg e del bando workshop/residenza di Luiss Hub for Makers). Tra le mostre a cui ho partecipato, menziono le seguenti: Setup Art Fair per Galleria33, Bologna; Mostra personale all’interno di Room#4, a cura di Francesco Mutti, Soresina; Mostra itinerante “Le Piccole Fotografie da Collezione” a cura di LaBottega, Albissola; Agorà del Contemporaneo, all’interno di PuntoCon Festival, a cura di Stefania Rinaldi, Prato; Festival “ArtAdoption” a cura di Tiziana Tommei, Cortona; Piazza dell’Immaginario, a cura di DryPhoto, Prato Mostra personale presso la Galleria33, a cura di Tiziana Tommei, Arezzo; Festival “Studi” presso la casa-studio di Nadia d’Alessio, Milano Mostra collettiva “Cittàdiffusa” presso Ginestra Fabbrica della Conoscenza, a cura di Marco Carles e Paola Cioncolini, Montevarchi; Albertina FISAD, Torino.
Negli ultimi anni ho collaborato col gruppo SemiCattivi, grazie al quale ho avuto modo di sperimentare anche nel campo delle arti performative, è stata una bella indagine che mi ha permesso di approfondire e rafforzare le mie ricerche personali.
La mia riflessione mira a trovare un punto di congiunzione tra me e il mondo: cerco di agganciare il mio tempo individuale ad uno collettivo molto più rapido di me. Mi piace unire, mettere in collegamento, analizzare e scoprire in un andirivieni tra il mio vissuto personale/privato, e tutto ciò che riesco a scorgere attorno a me, rapido e inesorabile. Il mio modo di procedere è spesso ritmico e maniacale, gioco a mettere in comunicazione pensieri, immagini, accadimenti passati e sogni futuri. Nel complesso tendo spesso a realizzare opere che si fondano sulla ripetizione di determinate gestualità: in questo caso, la produzione dei 150 piccoli teschi, avvenuta in circa tre mesi di lavoro.