OPERA IN CONCORSO | Sezione Pittura

 | FLOOD (Sun Dance)

FLOOD (Sun Dance)
gesso, gesso acrilico, cemento, colori acrilici, tinta acrilica, pannello
200x200 cm

Manuel Gardina

nato/a a Brescia
residenza di lavoro/studio: Torbole Casaglia, ITALIA


iscritto/a dal 30 mag 2020


Under 35

https://specchio41.com


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Descrizione Opera / Biografia


Dopo un’esperienza universitaria a Londra durata 3 anni, sono tornato in una piccola città del nord Italia, dove il fallimento economico di privati e industrie ha lasciato un segno indelebile sul territo-rio. Le campagne sono costellate da costruzioni abbandonate e monoliti di cemento dalle enormi proporzioni. Le fonti in aperta campagna dove da piccolo facevo il bagno, accompagnato da mio nonno, sono inquinati ed è sconsigliato berne l’acqua. L’aria è pessima a causa delle industrie, tra le peggiori della regione. La mia ricerca artistica si basa sulle suggestioni di questo luogo. Vi siete mai chiesti se all’interno di un casolare in rovina vi fosse qualcuno? O se vi sia traccia di vita oltre le sue spoglie? Vi stupireste nello scoprire quante volte la risposta corretta sia “più di un artista”.
Gli spazi vuoti e dimenticati sono per me divenuti, col tempo, la più alta forma di ricerca espres-siva. Spesso visito questi posti con altri artisti locali, svariate latte di colore e qualche birra. Lavoria-mo sugli stessi muri, intervenendo anche sugli oggetti che i precedenti occupanti hanno lasciato. Non potete immaginare la quantità di oggetti che abbiamo dipinto e allestito, da motorini fatiscenti a mobili impeccabilmente consumati dal tempo; ricreiamo lo spazio a nostra immagine, appropriandoci di ciò che da altri viene scartato, perchè consideriamo dipingere liberamente un atto di sopravvivenza spirituale. C’è qualcosa di maestoso e selvatico nell’abbandono e nella solitudine di queste costruzioni, capaci di donare un autentico contatto con se stessi e il tempo.
E’ qui che traggo ispirazione per le mie opere in studio, perchè quando lavoro, lo faccio su qualco-sa di vivo ed emozionante, che si muove mentre lo manipolo e dove tutti i gesti contano. Il proces-so di creazione dell’opera richiede l’inondazione (Flooding) del supporto con materiali utilizzati nell’edilizia, dove successivamente applico macchie di colore che si espandono in forme fluide e biomorfe, irraggiungibili tramite tecniche tradizionali come il pennello. Adoro dipingere queste opere perchè riescono a stupirmi ogni volta. Riprovo l’emozione di entrare in un luogo nuovo e inesplorato e in un certo senso utilizzo gli stessi materiali di cui mi circondo quando lavoro ester-namente. Il gusto per ciò che è utile, si potrebbe dire, viene esercitato su queste opere tanto limpidamente quanto sui lavori murali. Diversamente dalla street art, non posso avere ripensa-menti. L’opera si compie nell’arco di qualche ora, dopodichè si asciuga lentamente, lasciando allo spettatore la traccia essiccata del proprio corso. Per me questi quadri sono il manifesto di forze che assillano la nostra quotidianità, scolpendo il terreno e i muri fino a lasciarne un frammento: sono ciò che rimane di un’onda.