Descrizione Opera / Biografia
Lo stretto di Gibilterra nel mito greco era chiamato con il nome di Colonne d’Ercole per indicare il limite invalicabile del mondo conosciuto e dal punto di vista allegorico, il limite della conoscenza umana. Il lavoro presenta due serie di lunghe lastre di vetro irregolari e appuntite posizionate una di fronte all’altra, le cui estremità sono dipinte di colore rosso. L’installazione, che ad una prima visione si mostra come un oggetto pericoloso, vuole essere un invito per il pubblico a oltrepassare le lastre e metaforicamente a superare le proprie paure ed i propri limiti. Le Colonne d’Ercole sono di vetro, materiale che può essere tagliente ma che è anche fragile. Attraversare le lastre, dunque, non è un viaggio impossibile, destinato all’insuccesso come il «folle volo» di Ulisse, ma significa decidere di affrontare con coraggio l’oceano misterioso della vita. La grandezza dell’uomo, così come quella di Ulisse, sta proprio nella decisione di vivere cercando le risposte agli interrogativi della ragione; è l’uomo che si confronta con la realtà ed accetta il suo invito ad oltrepassarla.